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Flora e Fauna

Uno degli aspetti più particolari della vegetazione presente sul territorio di Laureana, è la differenza che si può notare tra i due versanti, quello a monte che sovrasta il capoluogo, un mantello di boschi di castagno in cui regna la tranquillità e la frescura anche nelle torride giornate estive e quello a valle che si apre verso il golfo di agropoli, meno rigoglioso ma non meno interessante sia dal punto di vita floricolo che panoramico.

Lo scenario e i colori delle colline mutano a seconda dell’altitudine e con il passare delle stagioni cambiano le tinte del paesaggio con un susseguirsi di colori dal verde, al giallo, al marrone chiaro, al marrone scuro.
Nel territorio più a valle al di sotto dei 400 m. il tessuto dei boschi sempreverdi e della macchia mediterranea è permeato dagli uliveti, giardini quasi naturali che si confondono e si integrano nella calda natura, l’ambiente che regna è quello dell’agricoltura tipica cilentana, caratterizzato dalla coltivazione contemporanea di più specie di alberi da frutto. Le culture dominanti del paesaggio locale sono gli olivi, le viti e i fichi, che coprono gran parte del territorio, perché alla base dell’economia e della tradizione agricola di Laureana e del Cilento in generale. Qualche spazio nelle aree coltivate lo trovano le piante di ciliegi, peri, meli, albicocchi, prugni, mandorli e noci, presenti in misura ridotta ma quasi in tutti gli appezzamenti agricoli per il consumo familiare.
Qua e la orti e colture spesso si affidano, per vincere le pendenze, a muretti a secco intessuti nella tipica pietra fulva e bruna di questi luoghi, mentre lungo le vie ed i ruscelli campeggiano secolari querce che si stagliano solitarie quasi a guardia dei campi coltivati, la fitta macchia è omposta per lo più da mirti, lecci, olmi, carpini, viburni e roverelle, mentre le ginestre dominano le pendici delle colline incolte, colorando il quadro estivo di giallo pastello insieme a piccoli e grandi cespi di rovi.
Tra le diverse specie di piante autoctone presenti sul territorio alcune di esse rivestono una notevole importanza fitogeografica essendo endemiche o rare, tra di esse spicca la Ginestra del Cilento (Genista cilentina) specie individuata soltanto nel 1993, il Carrubo (Ceratonia siliqua), il Ginepro rosso o fenicio (Juniperus phoenicea), e piccoli boschetti a Pino d’Aleppo (Pinus halepensis).
Il castagno (Castanea saliva) con i suoi boschi domina San Martino e Laureana e nel suo sottobosco trova il suo habitat naturale la felce maschio (Pteridium aquili-num) e il pungitopo che nascondono talvolta per i più fortunati funghi porcini e ovoli, mescolati tra le varietà di funghi più o meno buoni, raramente si trovano fragole e frutti di bosco.
L’emarginazione del territorio rispetto ai luoghi più noti e turisticamente frequentati, la limitata incidenza sia abitativa, l’assenza quasi totale di un’agricoltura specializzata e di insediamenti industriali, fanno di questo territorio un sito privilegiato dal punto di vista della flora e dell’ambiente.

FAUNA

La fauna presente nel Comune di Laureana Cilento è molto variegata, in virtù della diversità di ambienti presenti sul territorio. Aree fluviali e ruscelli, boschi di castagni, macchia mediterranea, pascoli, ambienti cespugliati e incolti. Lungo i fiumi Testene e Acquasanta è possibile trovare rospi, aspidi, bisce, rane e granchi, ma anche folaghe salamandre e ramarri. Sulle colline più alte è possibile incontrare la Poiana, il falco pellegrino (Falco peregrinus) e il nibbio, mentre più a valle si trovano svariate varietà di uccelli come l’upupa, la tortora, il fagiano, il tordo, il merlo, il fringuello, il passero, il pettirosso, la gazza, l’usignolo, la cinciallegra, la beccaccia, il cuculo, prede dei rapaci molto diffusi sul territorio tra i quali oltre al falco pellegrino e al nibbio, spiccano gufi, allocchi, assioli, civette e barbagianni.
Tra i mammiferi presenti nei boschi e nelle macchie mediterranee è sempre più presente la volpe (Vulpes vulpes) che batte i boschi, i coltivi e soprattutto gli ambienti cespugliati e incolti ricchi di siepi ove più abbondanti sono le sue prede, costituite per lo più da piccoli roditori. Un animale che non presenta per ora problemi di estinzione (semmai quelli, inversi, di sovrappopolamento) è il cinghiale (Sus scropha), il suo habitat preferito sono i querceti e i castagneti di media montagna ma non disdegna frequentare i prati e i pascoli che “ara” col suo grifo potente in cerca di bulbi e radici, e, nei periodi in cui questi frutti sono abbondanti, i boschi d’altitudine in cerca di ghiande e castagne.
E’ possibile incontrare ancora le tracce inconfondibili della lepre (Lepus europaeus), un lagomorfo di grande interesse che la chiusura della caccia seguita alla istituzione del Parco Nazionale ha in questi ultimi tempi piuttosto favorito. Nel bosco trovano dimora altri interessanti mustelidi come la martora (Martes martes), la faina (Martes faina) e la puzzola (Mustela putorius) vive preferibilmente non lontano dai corsi d’acqua ove spesso si reca a caccia di anuri, ma è visibile, raramente, solo di notte, meno facilmente è possibile incontrare il tasso (Meles meles), lo scoiattolo (Sciurus vul-garis) che qui dovrebbe essere presente, come in tutto l’Appennino meridionale, con la sottospecie meridionalis.
Altri animali abbastanza diffusi sono il riccio (erinaceus europaeus), la talpa (Talpa europea), e il topo selvatico (Apodemus sylvaticus).
Tra i rettili, oltre alle bisce e a varie specie di aspidi si segnala la presenza del cervone (Elaphe quattuorlifuso) e in qualche caso della vipera (Vipera aspis) e del ramarro (lucerta viridis), moltissime le lucertole campestri e le lucertole muraiole, nelle zone più erbose si trovano anche le luscengole (una via di mezzo tra una lucertola e un piccolo serpente che vive tra l’erba)